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Linux Italian-HOWTO
Marco Gaiarin (gaio@dei.unipd.it)
v1.0.0, 6 August 1997
Questo HOWTO descrive in alcuni semplici passi come configurare il
proprio sistema Linux per supportare pienamente la tastiera e la
localizzazione italiana. Inoltre si vuole in questo testo censire il
mondo Linux in Italia.
1. Introduzione
Vi sarete accorti tutti che, nonostante la potenza e la versatilitα di
Linux, fargli capire che siamo in Italia non Φ uno dei compiti pi∙
facili. La tastiera spesso e volentieri manca di qualche cosa, anche
se ci sono le lettere accentate, queste non vengono mai visualizzate,
tutte le misure per la stampa sono impostate al US Letter invece che
al pi∙ consono A4. Questo vuole essere un testo introduttivo che
permetta di risolvere almeno i principali problemi.
Quello che di sicuro sappiamo Φ che Linux ha avuto un grosso successo
in Italia. Chi sviluppa o porta software, chi traduce e scrive howto,
chi scrive tesi, chi gioca, chi lavora... Insomma, ce n'Φ da riempire
parecchie pagine!
Questo testo non Φ una guida all'installazione, nΘ un testo di
introduzione a Linux. Se questo Φ il vostro primo approccio a Linux,
perchΘ lo avete appena installato o vi accingete a farlo, qui potete
trovare solamente alcuni riferimenti ad altre pubblicazioni che vi
possono aiutare.
In particolare in questo testo si presume che:
╖ abbiate Linux installato e funzionante. Quello che di sicuro non
troverete qui Φ una guida alla risoluzione di problemi hardware
╖ abbiate una versione di Linux ``recente'', ovvero un kernel 2.0.0 o
successivi, e tutte le nuove versioni delle utilitα che occorrono
per far andare queste versioni di kernel
╖ abbiate una minima conoscenza della organizzazione del filesystem e
la padronanza dei principali comandi, nonchΘ un'idea dei concetti
di utente e utente ``root''
╖ abbiate una minima conoscenza dell'uso dei programmi fondamentali,
almeno un editor di testi.
Come editor consiglio joe(1) ai principianti. ╔ leggero, veloce, e
funziona con una sintassi dei comandi WordStar compatibile. Oppure
nedit(1) se si usa in maniera pesante X.
Se siete alle prime armi con Linux, lo avete appena installato, il
consiglio che vi do Φ quello di mettere da parte questo HOWTO e farvi
una certa cultura su Unix in generale e su Linux.
Lettura ``obbligatoria'' Φ quella dell'Installation and getting
started di Matt Welsh, o gli equivalenti libri in italiano. Trovate
in fondo, nella sezione bibliografica, tutti i riferimenti per
reperire questi testi.
1.1. Dove potete trovare sempre l'ultima versione...
L'ultimissima versione di questo testo Φ reperibile all'url
<http://www.pluto.linux.it/ildp/howto/Italian-HOWTO.html> che Φ il
sito ufficiale dell'Italian Linux Documentation Project o brevemente
``ILDP'', ovvero al sito <http://www.pluto.linux.it/ildp>. Gli altri
formati (txt, ps, ...) si trovano nello stesso sito,
<ftp://www.pluto.linux.it/pub/ildp/HOWTO>.
L'autore Φ reperibile agli indirizzi gaio@dei.unipd.it. Oppure agli
indirizzi 2:333/1016.2 (FidoNet), 61:3917/1.2 (PeaceLink), 91:13/1.4
(PNet), 1907:395/101.20 (ScoutNet).
Sono contentissimo di ricevere ``feedback'' per questo testo, e invito
tutti a segnalarmi eventuali errori, dimenticanze o proposte.
1.2. Convenzioni tipografiche
╖ Questo Φ un programma(n) o file di configurazione del sistema.
Il numero tra parentesi non Φ messo a caso. Vuol dire che quel
programma Φ dotato di una man page, consultabile con il comando man
n programma; per saperne di pi· sulle manpage potete consultare la
sezione ``Manpage''. Il fatto che scriva esplicitamente quel
numero tra parentesi vuole essere un invito esplicito a leggere
quella man page.
╖ Questo Φ un comando da impartire o un nome di file o directory.
╖ Questo Φ un [Tasto] sulla tastiera. Questa Φ una combinazione di
tasti [Tasto1+Tasto2].
Di solito, per comoditα, eviter≥ di scrivere le combinazioni di
tasti con shift, perci≥ al posto di [Shift+a] scriver≥ il pi·
semplice [A].
╖ Questo Φ un termine nuovo, che va quindi ``metabolizzato''. Di
solito tendo a essere chiaro, nel senso che dal contesto o dalle
righe immediatamente successive si dovrebbe capirne il significato.
Se cosφ non fosse, tiratemi le orecchie. ;)
1.3. Note
L'Italian-HOWTO, pur cercando di essere il pi∙ indipendente possibile
dalla distribuzione, fa riferimento a Debian, perchΘ ha una init SYSV,
perchΘ ha un sistema di pacchettizzazione e configurazione serio e
funzionale, perchΘ Φ giα ora parzialmente in italiano e in futuro lo
sarα (si spera) totalmente.
Debian e RedHat sono molto simili, quindi gli utenti RH non dovrebbero
trovarsi a disagio.
Se non capite perchΘ faccio questa drastica scelta, installate Debian
(o se proprio siete dei fifoni, RedHat) e capirete...
1.4. Ringraziamenti
6 Agosto 1945, esattamente 52 anni fa. Ora non ci sono pi· scuse, non
ci sono pi· spettri e muri a trattenerci; ora stiamo vedendo, in
questi anni, a che cosa servono veramente le armi!!! Spendo due
righe, quindi, a favore di un mondo senza guerre e senza armi, e
speriamo senza la minaccia dell'atomica e della sua distruzione
totale.
Bandire le armi si pu≥, le armi sono solo un colossale, sporco,
insanguinato giro d'affari!
Un grazie particolare va ad Anna, che nonostante passi buona parte del
mio tempo davanti al computer, resiste ancora... Anche se devo dire
che Φ scappata per due mesi in Africa, a disintossicarsi... Beata
lei!!! Ora si Φ diplomata, e non le resta che aspettare, e aspettare,
e aspettare... che io mi laurei!
Un grazie a mia mamma, anche se mi ha fatto prendere una grosso
spavento in questi ultimi mesi...
Inoltre ringrazio mio cognato Stefano che, nonostante in un anno di
matrimonio mia sorella Maria Luisa si sia ammalata molte volte, non ha
chiesto il rimborso della ``merce'' in garanzia... ];)))
Ringrazio inoltre Rete PeaceLink per il supporto tecnico, ma anche per
la sua schiettezza, libertα, intelligenza, rigore. Che poi sono le
stesse qualitα di Linux.
Ringrazio Maurizio Codogno, Pierluigi de Rosa e tutta l'area UNIX.ITA
di rete FidoNet per aver gentilmente offerto parte della sua faq, e
soprattutto per il supporto morale, la qualitα degli interventi che
solo in quell'area ho trovato. Vi scrivo sicuramente anche grazie a
loro.
Un ringraziamento speciale va al gruppo Pluto, particolarmente alla
sezione di Padova. Magari ci metter≥ 2 anni in pi∙ a laurearmi, ma
intanto mi sto divertendo un mondo... In particolare ringrazio Davide
e Michele per l'esempio che danno, e soprattutto Rossana che con il
solo fatto di esistere da una grossa speranza alla folla dei patiti di
Linux single (e depressi).
Un altro particolare ringraziamento va a Fabrizio e Mario, che
nonostante si ritrovino giα con parecchi decenni, mogli e figli a
carico hanno ancora tempo da perdere in queste cose.
1.5. Traccia delle modifiche
0.1b
Prima versione, niente di pi∙ che una traduzione/copiatura di
altro materiale simile reperito in rete
0.2b
Aggiunto il capitolo su Linux in Italia, qualche bugfix.
0.4b
Risistemazione generale, aggiunta del capitolo su ispell
0.6b
Profondo lifting (ho tolto una marea di roba che si trova
semplicemente in altri HOWTO), riscrittura del capitolo sulla
localizzazione con aggiunta di informazioni sui vari progetti,
aggiornamento del capitolo su ispell. Questa vuole essere
l'ultima versione beta (Φ un buon proposito ;).
0.8b
Niente di meno che una correzione della precedente versione, con
qualche aggiunta. Questa Φ di sicuro l'ultima versione beta.
1.0.0
Il testo dovrebbe aver preso la sua struttura definitiva; Φ
stato riorganizzato tutto ed in particolare sono state aggiunte
sezioni per libpaper, fortune in italiano e distribuzioni in
italiano, Φ stata tolta la bibliografia in inglese; sono state
inoltre riviste completamente le parti riguardanti la tastiera
(aggiunta di xkbd), il TeX (da NTeX a teTeX) e la locale; Φ
stato aggiunto il crossreferencing all'interno del documento.
1.6. Copyright
Per motivi spudoratamente legali, riporto come messaggio di copyright
la versione ``originale'' in inglese. Trovate subito sotto la
traduzione.
This Howto is copyrighted by Marco Gaiarin and distributed as other
Linux HOWTOs under the terms described below.
Linux HOWTO documents may be reproduced and distributed in whole or in
part, in any medium physical or electronic, as long as this copyright
notice is retained on all copies. Commercial redistribution is allowed
and encouraged; however, the author would like to be notified of any
such distributions.
All translations, derivative works, or aggregate works incorporating
any Linux HOWTO documents must be covered under this copyright notice.
That is, you may not produce a derivative work from a HOWTO and impose
additional restrictions on its distribution. Exceptions to these rules
may be granted under certain conditions; please contact the Linux
HOWTO coordinator at the address given below.
If you have questions, please contact Greg Hankins, the Linux HOWTO
coordinator, at gregh@sunsite.unc.edu. You may finger this address for
phone number and additional contact information.
Questo HOWTO Φ di Marco Gaiarin ed Φ distribuito come gli altri HOWTO
di Linux sotto i termini descritti sotto.
I documenti degli HOWTO di Linux possono essere riprodotti e
distribuiti in tutto o in parte, con ogni mezzo fisico o elettronico,
finchΘ questo avviso di copyright Φ mantenuto su tutte le copie. La
distribuzione commerciale Φ permessa e incoraggiata; comunque
all'autore piacerebbe essere avvisato di ogni distribuzione di questo
tipo.
Ogni traduzione, lavoro derivato o comprendente ogni documento degli
HOWTO di Linux deve essere coperto sotto questo avviso di copyright.
CioΦ non potete produrre un lavoro derivato da un HOWTO e imporre
restrizioni aggiuntive sulla sua distribuzione. Eccezioni a queste
regole possono essere garantite sotto certe condizioni; contattate il
coordinatore degli HOWTO di Linux all'indirizzo indicato sotto.
Se avete domande contattate Greg Hankins, il coordinatore degli HOWTO
di Linux, a gregh@sunsite.unc.edu. Potete fare finger a questo
indirizzo per il numero di telefono e altre informazioni per
contattarlo.
2. La tastiera
Quando premete un tasto, il controller interno della tastiera spedisce
una serie di valori (ScanCodes) al kernel. Esistono in commercio
delle tastiere programmabili, ovvero delle tastiere con cui Φ
possibile modificare gli scancode generati. Vedremo anche che ci sono
molti altri modi meno dispendiosi, oltre che cambiare tastiera, per
poter associare effetti diversi ai tasti. Infatti Linux stratifica la
gestione della tastiera, definendo tre categorie di gestione. Queste
tre categorie, o modi, possono essere impostati dalle applicazioni.
ScanCode (Raw) Mode
Quando il kernel viene posto in questa modalitα, non fa altro
che passare, tali e quali, gli scancode al programma che ne ha
fatto richiesta. Programmi che hanno questo comportamento sono,
per esempio, X(1) e squake (Quake per svgalib).
Potete vedere gli scancode della vostra tastiera semplicemente
facendo un showkey -s.
KeyCode (Medium Raw) Mode
Altrimenti il kernel converte gli scancodes in eventi detti
KeyCode composti da un flag, che indica se Φ un evento di tasto
premuto o di tasto rilasciato, e da un numero identificativo del
tasto stesso, tra l'altro seguendo l'ordine logico della
tastiera, ovvero [Esc]=1, [F1]=2, ... Non esistono
combinazioni. Anche il premere il tasto [Alt] o [Ctrl] genera un
KeyCode, mentre premere in contemporanea pi∙ tasti genera
semplicemente pi∙ KeyCode di pressione corrispondenti.
Queste informazioni possono essere passate direttamente
all'applicazione che ne fa richiesta in KeyCode mode. Non Φ
molto usuale, infatti l'unica applicazione a me nota Φ
showkey(1) che senza l'opzione -s serve proprio a fare vedere i
KeyCode.
KeySym Mode
I KeyCode vengono filtrati dal kernel attraverso la KeyMap,
ovvero una tabella di conversione. Non Φ un eufemismo, si
tratta di una particolare tabella, un file di testo, che
contiene tutte le conversioni KeyCode->KeySym. Questa
conversione genera in uscita caratteri o stringhe (dette
sequenze di escape, ovvero stringhe di caratteri che cominciano
sempre con il carattere ASCII 27) seguendo lo standard VT100,
ovvero lo standard che Linux adotta per i suoi terminali
virtuali, o virtual console.
Fanno parte di questa categoria la stragrande maggioranza degli
applicativi, a partire da shell, editor e programmi vari.
2.1. Console
Possiamo agire al livello 3, modificando la KeyMap, per poter ottenere
tutto quello che vogliamo. Per fare questo Φ sufficiente impartire il
comando loadkeys it.map.
Se nessuno dei due comandi funzionasse (rispondono ``cannot load file
it.map''), allora evidentemente si ha una distribuzione molto vecchia
di Linux, oppure non si Φ correttamente installato il file. Non resta
altro che prenderlo dal pi∙ vicino sito internet o BBS e copiarlo
nella directory dove sono presenti le altre keytables, in Debian
/usr/share/keytables.
Debian in fase di installazione chiede quale tastiera si vuole
installare, ed Φ addirittura possibile utilizzare la tastiera italiana
in fase di installazione. Se occorresse fare delle riconfigurazioni,
basta eseguire il comando kbdconfig, che fa tutto da solo ed Φ
autoesplicativo. Le altre distribuzioni avranno sistemi simili per
configurare la tastiera.
Questa KeyMap inoltre supporta alcune aggiunte molto comode per i
programmatori, come le parentesi graffe, il carattere tilde e il
carattere apice inverso ottenuti premendo rispettivamente [AltGr+8],
[AltGr+9], [AltGr+0] e [AltGr+'].
Se qulcuno volesse usare una keymap particolare, realizzata da Lorenzo
Maria Catucci (lorenzo@argon.roma2.infn.it), che permette di
utilizzare anche le lettere maiuscole accentate e che corregge il
posizionamento delle accentate filosoficamente sbagliato dai tempi dei
PC IBM la pu≥ trovare su ftp://argon.roma2.infn.it/pub/linux. Per
installarla basta decomprimerla (con gzip -d it.map.gz e copiarla
nella directory /usr/share/keytables o dovunque ci siano le altre
keytables con un nome consistente (magari, in onore all'autore, it-
lmc.map e rilanciare la procedura di configurazione della tastiera;
dovrebbe ora comparire tra le opzioni, e quindi basta sceglierla e
uscire.
Nella stessa directory Φ presente un it.map.readme che spiega come
fare e un file Xmodmap-105.it che permette di avere gli stessi effetti
sotto X utilizzando la vecchia gestione della tastiera (ovvero con
xmodmap(1). Inoltre, per chi vule continuare ad usare la vecchia
gestione, pu≥ essere utile il programma xkeycaps(1).
Questa tastiera definisce il tasto Compose come [Ctrl+.], ovvero
premendo, in sequenza, [Ctrl+.] (Compose), ['] e [I] si ottiene
``═''; a questo punto dovreste aver capito, e produrre gli altri non
dovrebbe essere difficile. Nelle tastiere a 105 tasti, quelle di W95,
per capirsi, il tasto Compose Φ direttamente mappato su quello di
apertura del men·.
Altro programma utile oltre al giα citato showkey(1) Φ dumpkey(1) che
produce in output la tabella di conversione corrente. Si considerano
utili letture le manpage di questi programmi.
2.2. XFree86
Come abbiamo giα accennato in precedenza, X(1) si riporta in modalitα
ScanCode, ovvero va ad interagire direttamente con l'hardware, il
controller della tastiera.
Inoltre di recente (dalla versione 3.2 in poi...) XFree ha
completamente cambiato la gestione della tastiera, aggiungendo una
estensione che si chiama ``XKeyboard'', e qualche astrusa voce in pi∙
nel file di configurazione.
Il problema Φ che xf86config(1) che non riesce pi∙ a gestire in fase
di configurazione automatica la tastiera italiana (o meglio, per
trovare uno straccio di riferimento all'Italia occorre navigare per un
po' tra complicate opzioni...), ma niente paura.
Si pu≥ benissimo completare la configurazione scegliendo una tastiera
predefinita (come quella americana) e poi editare il file
/etc/X11/XF86Config aggiungendo o modificando le informazioni:
______________________________________________________________________
Section "Keyboard"
[...]
LeftAlt Meta
RightAlt ModeShift
# ovviamente se avete una tastiera W95
# al posto di pc102 ci va pc105!
#
XkbRules "xfree86"
XkbModel "pc102"
XkbLayout "it"
EndSection
______________________________________________________________________
Le prime due righe, in particolare, servono ad avvisare X che abbiamo
intenzione di usare [AltGr] come modificatore ModeShift per poter
utilizzare, come siamo abituati, parentesi quadre, at e diesis. (Non
vi ricordate? Era una di quelle imbarazzanti domande che vi ha posto
xf86config(1)...)
Questa definizione di tastiera Φ leggermente diversa (come
disposizione dei tasti ``nascosti'') di quella in console (ad esempio
le parentesi graffe sono ora in [AltGr+7], [AltGr+0]); ci sono giα
delle definizioni che correggono queste diferenze (la migliore di
Andrea Baldoni, abaldoni@xcal.net), ma nessuna mette la parola fine al
problema. Mentre un gruppo di lavoro Debian sta studiando la
questione, e quindi preferisco aspettare.
Un problema noioso, che per≥ non riguarda solo la tastiera italiana, Φ
che in X gli effetti della pressione dei tasti BackSpace e Canc
coincidono (ambedue fanno Del, ovvero cancellano il carattere sul
cursore). Occorre quindi modificare gli effetti associati a BS e DEL,
e in mancanza di una definizione di tastiera italiana completa,
utilizziamo il vecchio metodo, ovvero il programma xmodmap.
I metodi sono 2:
O si crea un file ~/.Xmodmap cos∞ fatto:
______________________________________________________________________
keycode 22 = BackSpace
keycode 107 = Delete
______________________________________________________________________
e si controlla che il proprio ~/.xinitrc o il generale
/etc/X11/xinit/xinitrc abbia una riga del tipo
______________________________________________________________________
usermodmap=$HOME/.Xmodmap
if [ -f $usermodmap ]; then
xmodmap $usermodmap
fi
______________________________________________________________________
oppure si inseriscono direttamente in ~/.xinitrc o
/etc/X11/xinit/xinitrc le righe:
______________________________________________________________________
# map the [BackSpace] key to the BackSpace keysym.
xmodmap -e "keycode 22 = BackSpace"
# map the [Delete] key to the Delete keysym.
xmodmap -e "keycode 107 = Delete"
______________________________________________________________________
che eseguono direttamente la reinizializzazione.
ATTENZIONE che /etc/X11/xinit/xinitrc o ~/.xinitrc devono avere sempre
come ultima riga eseguibile il nome del window manager, di solito
fvwm(1), altrimenti X esce appena eseguito la lista di elementi nei
suddetti file. Consiglio caldamente, se si vuole fare il proprio
~/.xinitrc, di copiarlo da quello generale e fare SOLO AGGIUNTE!!!
Inoltre Φ da notare che se si usa xdm(1) per accedere a X, tutti
questi comandi (e specialmente le chiamate a xmodmap) vanno inserite
nel file ~/.xsession. A differenza di .xinitrc, eseguibile, e qundi Φ
conveniente aggiungere in testa a .xinitrc (come prima) la riga magica
#!/bin/bash, renderlo eseguibile (con chmod u+x .xinitrc) e quindi
fare un link tra .xinitrc e
Inoltre alcune distribuzioni adottano il nome di .Xresources in luogo
di qui un link tra i due file risolve ogni dubbio.
2.2.1. Il problema del terzo incomodo...
Il problema che resta da risolvere Φ quello degli xterm(1) o simili.
Questi sono degli emulatori di terminale che intercettano gli eventi
di pressione in X e li filtrano facendoli arrivare alla applicazione
che gira nell'xterm. Il brutto della faccenda Φ che spesso nel fare
questo perdono pezzi per strada, Φ il risultato Φ che non si riesce a
far andare BS e DEL contemporaneamente in console, in X e in un xterm.
Ma anche qui la soluzione, anche se non completamente funzionante,
c'Φ, presa e adattata dal Linux Journal.
Per tutti quei programmi che utilizzano terminfo, e se usate Debian
tutti i programmi utilizzano terminfo, dovrebbe bastare mettere una
cosa del genere nel proprio ~/.Xdefaults:
______________________________________________________________________
XTerm*ttyModes: erase ^H
XTerm*VT100.Translations: #override\n\
<Key>BackSpace: string(0x7F)\n\
<Key>Delete: string("\033[3~")\n\
<Key>Home: string("\033[1~")\n\
<Key>End: string("\033[4~")\n\
Ctrl<Key>Prior: string("\033[40~")\n\
Ctrl<Key>Next: string("\033[41~")
nxterm*VT100.Translations: #override\n\
<Key>BackSpace: string(0x7F)\n\
<Key>Delete: string(0x1b) string("[3~")\n\
<Key>Home: string(0x1b) string("[1~")\n\
<Key>End: string(0x1b) string("[4~")\n\
Ctrl<Key>Prior: string(0x1b) string("[40~")\n\
Ctrl<Key>Next: string(0x1b) string("[41~")
______________________________________________________________________
Questo tende a far funzionare tutto, a parte (e misteriosamente) cose
come xcoral o textedit, che continuano a fare solo BackSpace. A questo
punto credo che sia un problema di quei programmi... Magari
segnalatemi i programmi che fanno i capricci, ed ovviamente le
relative soluzioni.
Inoltre mi hanno detto che rxvt(1), ovvero un emulatore di terminale
alternativo e pi· leggero di xterm, si comporta meglio, ovvero Φ pi·
simile a una Linux console. ╚ appena ripartito lo sviluppo, quindi vi
consiglio di prendere l'ultima versione.
Per programmi (o sistemi) che usano ancora /etc/termcap Φ molto
probabile che occorra una correzione della definizione di xterm.
Purtroppo non ho, in questo momento, per le mani una patch
funzionante. Chiunque abbia giα risolto il problema me la pu≥ inviare
e verrα allegata, anche se patch di grosse dimensioni non credo
possano essere mai aggiunte a questo howto.
Per comprendere meglio queste cose sono letture consigliate le manpage
di termcap(5) e terminfo(5), oltre a quanto giα riportato qui sotto.
2.3. Per maggiori informazioni
Ulteriori informazioni, specialmente se si vuole migliorare la
gestione della tastiera (aggiungere i tasti cursore in determinate
applicazioni, macro ai tasti funzione, ...), si possono trovare in:
╖ Keyboard HOWTO <http://sunsite.unc.edu/LDP/HOWTO/Keyboard-HOWTO>.
╖ Key-Setup MiniHOWTO
<ftp://sunsite.unc.edu/pub/Linux/doc/HOWTO/mini/Key-Setup>.
╖ Linux Keystroke MiniHOWTO
<ftp://sunsite.unc.edu/pub/Linux/doc/HOWTO/mini/Keystroke>.
Esiste inoltre la kbd.FAQ contenuta nel ``pacchetto KBD'' di gestione
della tastiera, che dovrebbe essere giα stata installata da qualche
parte (di solito /usr/doc/kbd).
3. National Language Support (NLS)
Di certo vi stupirα sapere che lo standard POSIX, e quindi anche
Linux, prevede il supporto delle regole nazionali per la gestione di
set di caratteri, modo di scrivere data, ora, numeri in generale e
quindi tutto quello che pu≥ (informaticamente parlando) distinguere
una paese dall'altro.
Dalla versione 5.2.18 delle libc, tutta la localizzazione Φ supportata
(diciamo anche da prima, ma con una caterva di bug ;).
Ma non basta avere installate delle moderne libc, occorre anche che
questa sia stata compilata con determinate opzioni e occorre
installare tutta una serie di file e directory che descrivono la
``locale'' Italia. Insomma, compito non facile se la vostra
distribuzione non lo prevede. In debian, per fortuna, libc Φ
correttamente compilata per supportare la locale, e inoltre esiste il
pacchetto wg15-locale che installa automaticamente e correttamente
tutto.
Se volete fare le cose a manina, potete prendervi da soli il pacchetto
che trovate a ftp://dkuug.dk/i18n/WG15-collection e, ovviamente,
leggervi attentamente la documentazione allegata.
Per poter influenzare Linux di modo che reagisca secondo la locale
scelta, occorre modificare delle variabili d'ambiente. In ordine:
LANG
╚ la variabile ``generale'' del gruppo, serve a definire una
regola generale (il paese) con cui poi assegnare le variabili
che vengono sotto. Una definizione delle variabili sottostanti
annulla per≥ quella di default definita da LANG.
Inoltre LANG influenza anche il programma man(1), ci torneremo
poi.
LC_COLLATE
Influisce sulle regole di parsing di alcune funzioni C,
principalmente il sort.
LC_CTYPE
Definisce il set di caratteri usato dal sistema.
LC_MONETARY
Definisce come devono essere scritte le valute, ovvero quale,
tra virgola e punto, Φ il separatore di decimali e migliaia e
viceversa, il simbolo di valuta.
LC_NUMERIC
Separatore di decimali e migliaia, formattazione dei numeri.
LC_MESSAGES
Definisce i valori ``si'' e ``no''.
LC_TIME
Come stampare data e ora (questo influenza date(1) e programmi
vari).
LC_ALL
Come LANG, solo che questa ignora i valori definiti per ogni
singola variabile (forza tutto al suo valore).
Pi· semplicemente di quello che si crede, basta mettere nel proprio
~/.profile o /etc/profile per sh-type shells:
______________________________________________________________________
export LANG=it_IT
______________________________________________________________________
Oppure se avete c-type shells:
______________________________________________________________________
setenv LANG it_IT
______________________________________________________________________
PerchΘ ``it_IT''?! ╚ solo una convenzione, e il significato Φ
``lingua_PAESE''.Per fare un esempio potrebbe essere it_CH (Svizzera
italiana).
Come sempre la man page di locale(7) Φ lettura molto consigliata, come
un giro per /usr/share/locale per vedere le locali disponibili.
3.1. Il set di caratteri
Tutti finito, direte voi. Beh, quasi...
Ora il problema Φ far capire alle applicazioni ``cattive'' che
vogliamo avere i caratteri accentati. Questi hanno la interessante
proprietα che sono lunghi 8 bit, mentre molti programmi ne considerano
solo 7, perchΘ Φ da 7 bit il codice ASCII internazionalmente
riconosciuto.
Per prima cosa l'ottavo bit deve sopravvivere nel passaggio da kernel
a console virtuale, e quindi Φ buona cosa dare questo comando (anche
se stty(1) di default ha queste impostazioni, controllare con stty
-a):
______________________________________________________________________
stty cs8 -istrip -parenb
______________________________________________________________________
Ora restano da fare tutta una serie di piccoli aggiustamenti a tutta
una serie di programmi per permettere il pieno utlilizzo della locale
e dei caratteri ad 8 bit.
3.1.1. Shells
3.1.1.1. Bash(1)
Se si vogliono usare nomi di file con lettere accentate e usare
l'editing (Home, End e Del) in linea di comando Φ bene aggiungere
anche questo nel proprio ~/.inputrc
______________________________________________________________________
set meta-flag on
set convert-meta off
set output-meta on
"\e[1~": beginning-of-line
"\e[4~": end-of-line
"\e[3~": delete-char
"\e[5~": backward-word
"\e[6~": forward-word
______________________________________________________________________
3.1.2. Editor
3.1.2.1. Emacs 19
Come sempre emacs Φ molto particolare. Avvisiamolo che vogliamo i
caratteri accentati con :
______________________________________________________________________
(standard-display-european t)
(set-input-mode nil nil 1)
(require 'iso-syntax)
(load-file "iso-insert.el")
(define-key global-map [?\C-.] 8859-1-map)
______________________________________________________________________
Aggiunto al nostro bravo ~/.emacs
Inoltre, se si usa Emacs in un Xterm (NO XEmacs o LEmacs!!!), Φ anche
necessario aggiungere nel proprio ~/.XDefaults:
______________________________________________________________________
XTerm*VT100.Translations: #override\n\
Ctrl <KeyPress> . : string("\0308")
______________________________________________________________________
3.1.2.2. joe(1)
Basta editare il file di configurazione /etc/joe/joerc o nel proprio
~/.joerc di modo che comprenda la riga (con il ``-'' sulla colonna 1):
______________________________________________________________________
-asis Characters 128 - 255 shown as-is
______________________________________________________________________
3.1.3. Mail/News
3.1.3.1. elm(1)
Aggiungere le seguenti righe nel file /var/lib/elm/elm.rc o nel
proprio ~/.elm/elmrc:
______________________________________________________________________
displaycharset = iso-8859-1
charset = iso-8859-1
textencoding = 8bit
compatcharsets = iso-8859-1 us-ascii
______________________________________________________________________
In particolare l'ultima riga serve a evitare di ricorrere a
metamail(1) per ogni messaggio in arrivo.
Resta il problema che il ``bultin viewer'' di elm non Φ 8 bit clean, e
quindi si torna al punto di partenza. Si risolve la questione o
eliminando l'ultima riga qui sopra, o usando less come ``external
viewer''. Basta aggiungere nel solito ~/.elm/elmrc:
______________________________________________________________________
pager = less
______________________________________________________________________
Oppure prendere una versione pi· aggiornata di elm, come quelle
denominate ``ME'', ovvero ``Mime Enabled''. Queste permettono di
configurare via men· tutto quello predetto, non lanciano sempre
metamail perchΦ gestiscono internamente molti formati MIME e hanno un
viewer 8 bit clean.
3.1.3.2. metamail(1)
Aggiungere questo nel proprio ~/.profile o /etc/profile per sh-type
shells:
______________________________________________________________________
export MM_CHARSET=iso-8859-1
______________________________________________________________________
Oppure se avete c-type shells:
______________________________________________________________________
setenv MM_CHARSET iso-8859-1
______________________________________________________________________
3.1.3.3. pine(1)
Aggiungere la seguente riga nel file /usr/local/lib/pine.conf o nel
proprio ~/.pinerc:
______________________________________________________________________
# character-set should reflect the capabilities of the display
# you have. Normal default is US-ASCII. Typical alternatives
# include ISO-8859-x, where x is a number between 1 and 9.
character-set=ISO-8859-1
______________________________________________________________________
oppure direttamente da menu di configurazione, seguendo le voci
``Setup'', poi ``Configure'' e infine ``character-set''.
3.1.3.4. nn(1)
Aggiungere la seguente riga nel file ~/.nn/init:
______________________________________________________________________
set data-bits 8
______________________________________________________________________
3.1.4. Programmi di comunicazione
3.1.4.1. telnet(1)
Basta aggiungere nel proprio ~/.telnetrc la riga:
______________________________________________________________________
set binary true
______________________________________________________________________
3.2. Manpage
Le manpage sono quelle pagine testuali che si richiamano con il
comando man(1), e che rappresentano la documentazione online di ogni
buon sistema UNIX, non solo di Linux.
Il comando man Φ abbastanza intelligente da reagire se Φ settata
appropriatamente la variabile LANG. In pratica man va a cercare le
manpages prima in $MANPATH/$LANG e poi in $MANPATH. Quindi, se
traducete la manpage di tin(1), la piazzate in
/usr/man/it_IT/man1/tin.1, settate LANG a ``it_IT'' e date man,
ottenete la manpage in italiano.
Ovviamente non dovete mettervi a tradurre da soli tutte le pagine, c'Φ
giα chi lo sta facendo, e se vi sentite dei traduttori nati non vi
resta che saltare al progetto ``ILDP'' per saperne di pi· e
collaborare.
Le pagine giα tradotte possono essere tranquillamente prelevate e
installate manualmente, prelevando l'ultima versione da
ftp://www.pluto.linux.it/ildp/man/ e leggendo attentamente le
istruzioni, anche se gli utenti debian possono trovare nella loro
distribuzione il pacchetto manpages-it giα pronto.
3.3. Catalogue
Oltre tutto questo, c'Φ una terza e importantissima funzione della
NLS: i messaggi dei programi nella lingua locale.
Per farsi un'idea, agli utenti Linux non tocca editare i sorgenti di
un programma, modificare a mano tutte le stringhe e poi ricompilare
perchΘ questo si presenti in corretto italiano. Esiste una ``prassi''
di programmazione che permette di specificare un linguaggio di default
``compilato'' nell'eseguibile (di solito inglese, per compatibilitα) e
invece definire delle catalog, ovvero dei cataloghi di messaggi in un
formato particolare, detto portable object, o pi∙ brevemente po, che
messi in una determinata directory consentono di essere ``linkati
dinamicamente'' nel programma, ovvero usati semplicemente al suo
posto.
I problemi qui sono due:
1. Fare in modo che il maggior numero possibile di programmi supporti
le convenzioni di programmazione che gli permettono di essere
immediatamente localizzato.
2. Costruire i cataloghi di messaggi in italiano, controllarli,
aggiornarli, distribuirli.
Il primo problema Φ praticamente risolto, nel senso che ormai Φ buona
prassi fare i programmi con il supporto NLS. Il secondo problema
richiede una grande collaborazione e inoltre pi∙ che riguardare Linux
riguarda il mondo GNU in generale, visto che queste catalogues
prodotte vanno bene su qualsiasi piattaforma in cui sia stata portata
la libreria e il compilatore GNU. In teoria anche non solo unix.
Ora come ora sono stati tradotti solo una piccola parte di programmi,
e a dire il vero ancora Φ tutto in via sperimentale...
Per ora l'unico programma grosso che utilizza le catalogues Φ
StarOffice. Se, come consigliato, ponete LANG a it_IT, StarOffice
diventa in Italiano. Oddio, a dire il vero 80% in italiano, 15% in
tedesco, 5% in inglese, fa quasi tenerezza... ;)))
3.3.1. it@li.org
Non c'Φ da meravigliarsi che ci abbia pensato mamma GNU stessa a
creare una mailing list (o meglio, un sito intero,
<http://www.li.org/>) dedicato a questo, dobbiamo ammetterlo, immane
lavoro di traduzione e aggiornamento.
In particolare in questo sito vengono messe a disposizione della
cominitα UNIX internazionale una serie di liste in cui poter
coordinarsi per la traduzione, una per ogni paese pi· una serie di
liste generiche di ``intracoordinamento''.
Visto che tradurre i messaggi (catalogues) e tradurre manpage e HOWTO
sono compiti molto simili, ora come ora i compiti di traduzione sono
divisi tra due ambiti, questa lista in cui si definiscono le regole
generali di traduzione e si traducono catalogues, e ``ILDP'' che
invece Φ pi· legata al mondo Linux e maggiormente dedicata alla
documentazione (HOWTO e manpage).
Come per ILDP c'Φ bisogno di una grande collborazione da parte di
tutto il mondo Linux italiano.
Vi prego di NON, ripeto NON iniziare nessuna localizzazione senza
prima aver sentito i ``colleghi'' di questa mailing list, il vostro
lavoro potrebbe venir vanificato in un secondo.
╚ possibile accedere a questa mailing list iscrivendosi, con il solito
subscribe it Nome Cognome nel corpo del messaggio, all'indirizzo it-
request@li.org, ovviamente la mailing list si chiama it@li.org.
Tutto il lavoro svolto fino ad ora Φ reperibile all'url
<ftp://alpha.gnu.ai.mit.edu/gnu/po/>. In particolare:
╖ ABOUT-NLS spiega in dettaglio il progetto, che cosa si intende per
NLS, come si installa il supporto per la internazionalizzazione.
╖ conf96-i18n.ps.gz Φ il testo della relazione di Ulrich Drepper
all'ultima conferenza della FSF per la presentazione di NLS,
disquisendo sull'implementazione GNU e altre facezie.
╖ gettext-N.M.O.tar.gz ovvero le beta release del pacchetto gettext
che serve per l'internazionalizzazione. Le versioni ufficiali si
trovano comunque su <ftp://prep.ai.mit.edu/pub/gnu>.
╖ maint/PACKAGE/it.po, ovvero le ultime versioni dei file .po
originali in inglese da cui partire con le traduzioni.
╖ trans/it/PACKAGE-VERSION.po, ovvero le versioni giα tradotte dei
file .po.
Tutto questo materiale e anche altro Φ disponibile anche all'url
<ftp://svpop.com.dist.unige.it:/pub/Linux/gnu/po>.
3.4. Per maggiori informazioni
Ulteriori informazioni possono essere recuperate nei seguenti testi:
╖ The Linux Danish/International HOWTO
<http://sunsite.unc.edu/LDP/HOWTO/Danish-HOWTO>
╚ stato il primo HOWTO che ha trattato il tema della
nazionalizzazione di Linux, ed Φ tuttora un riferimento. A dispetto
del nome Φ pi· ``International'' che ``Danish'' visto che Φ in
inglese...
╖ Locales mini-HOWTO
<ftp://sunsite.unc.edu/pub/Linux/doc/HOWTO/mini/locales>
╚ un mini howto che guida, passo passo, nell'installazione di un
set locale funzionante e completo, per chi vuole fare da se.
╖ Un giro per <ftp://sunsite.unc.edu/pub/Linux/utils/nls> Φ
consigliato ai programmatori. In particolare consiglio la lettura
del file locale-tutorial-0.8.txt.gz o successivi, versione
``smanettona'' del precedente mini-HOWTO.
╖ Come giα detto, il sito ufficiale GNU dove potete trovare
informazioni sula localizzazione GNU e le definizioni di locale pi∙
aggiornate Φ <ftp://dkuug.dk/i18n>.
4. Altre localizzazioni
Qui si volgiono trattare quelle localizzazioni che sono un po' pi·
hardware-dipendenti, e in particolar modo che riguardano i PC
compatibili. Molto probabilmente molte di queste cose non si
applicano alle altre piattaforme su cui gira Linux, ne chiedo venia.
Le cose sono due, o mi regalate un PPC, una Sparc, un Alpha, un A4000,
un MAC, sapere. ;-)
4.1. Font in console
Linux permette di cambiare il font standard presente nella ROM della
scheda video, in modo da avere il set di caratteri ISO-8859-1 completo
a disposizione. La cosa pu≥ essere semplicemente ottenuta con :
______________________________________________________________________
# carica il set di caratteri Latin1 (ISO-8859-1)
setfont /usr/lib/kbd/consolefonts/lat1u-16.psf
# attiva la mappa di traslazione nulla
mapscrn /usr/lib/kbd/consoletrans/trivial
# rende attiva la nuova mappa di traslazione nella console corrente.
# andrebbe ripetuto per ogni console...
echo -ne '\033(B'
______________________________________________________________________
Il primo comando carica un nuovo set di caratteri, il secondo permette
di eseguire una traslazione ``al volo'' tra caratteri richiesti e
voluti e il terzo rende attiva la nuova coppia tabella-tavola di
traslazione.
Ad esempio di default non viene caricata nessuna tabella e viene
eseguita la traslazione Latin1 (quello che Linux vuole) con CP437
(quello che il PC ha). Ovviamente le manpages di setfont(1) e
mapscrn(1) sono utili letture.
Ovviamente, se la propria scheda video supporta modi testo diversi da
80x25, Φ anche conveniente caricare un font di dimensione diversa. Si
possono controllare i font e le mappe di traduzione disponibile nelle
directory /usr/share/consolefont e /usr/share/consoletrans.
Caricando un tipo di caratteri come lat1u-*.psf si ha anche il
vantaggio di avere l'allocazione dei caratteri UNICODE, e non serve
caricare nessuna tabella di traslazione. Ai fini pratici si pu≥
evitare di eseguire mapscrn e si ottengono contemporaneamente tutti i
carateri accentati propri del set Latin1 e i caratteri semigrafici IBM
che servono per disegnare correttamente le finestre di mc(1) e
dialog(1).
Per avere tutto questo occorre per≥ avere un kernel decentemente
nuovo, una versione recente di ncurses (libncurses.so.3.x.y) e
kbd-0.91, altrimenti Φ facile che l'abilitazione del set Latin1
completo elimini il supporto per i caratteri IBM semigrafici e
viceversa.
4.1.1. SVGATextMode
Ma c'Φ una soluzione pi· elegante. Esiste un programma che si chiama
SVGATextMode(8) che fa tutta una serie di operazioni sulla console
testo molto simpatiche.
Permette di definire dimensioni ``non standard'' per la console
(diverse da 80x25, insomma), permette di alzare la frequenza di
refresh del video di modo da stancare meno gli occhi, gestisce chipset
avanzati...
Ha un file di configurazione, /etc/TextConfig che ha una sintassi
molto simile al file di configurazione di XFree e che permette in un
sol colpo di definire il font da caricare. Ci penserα poi il programma
stesso ad attivare il font e renderlo disponibile.
Basta modificare leggermente il file, facendo in modo che si presenti
all'incirca come:
______________________________________________________________________
Option "LoadFont"
FontProg "/usr/bin/setfont"
FontPath "/usr/share/consolefonts"
FontSelect "lat1u-16.psf" 8x16 9x16 8x15 9x15
FontSelect "lat1u-14.psf" 8x14 9x14 8x13 9x13
FontSelect "lat1u-12.psf" 8x12 9x12 8x11 9x11
FontSelect "lat1u-08.psf" 8x8 9x8 8x7 9x7
FontSelect "lat1u-08.psf" 8x32 9x32 8x31 9x31
______________________________________________________________________
E si ottengono magicamente tutte le cose volute.
4.2. Font in X
Buona parte dei caratteri installati con X seguono lo standard Latin1,
e idem i font PostScript normalmente reperibili (come quelli
dell'ATM). Quindi, nessun problema!!!
4.3. Stampante & DOS
Se stampate file DVI, PostScript o comunque in grafica, non ci sono
problemi. Ci penserα il vostro programma per la stampa a convertire
il vostro file nel formato matrice-di-punti pi∙ consono alla vostra
stampante. Ma se volete stampare in puro testo, senza formattazioni?
Resta, soprattutto per le stampanti ad aghi, il metodo pi∙ veloce. Ma
quanto Φ standard il set ISO-8859-1?
ISO-8859-1 Φ il set di caratteri di Unix in generale, di Windows,
Amiga, OS/2. Mancano all'appello il DOS e Macintosh. Ma in DOS la
CP850 Φ in pratica il set Latin1, con i caratteri rimescolati un po'
per essere compatibile verso il basso con la CP437. Sentitevi liberi
quindi da qualsiasi ``sindrome da 8 bit'', e usate tranquillamente
questo set di caratteri. Se dovete importare dei testi Linux in
Macintosh, semplicemente usate il filtro per ``puro testo Windows'' o
cose simili.
Se volete stampare puro testo con le accentate da Linux, a questo
punto non vi resta che provare una delle soluzioni seguenti:
╖ Se la vostra stampante supporta il set di caratteri ISO-8859-1,
mettetela in quella modalitα, e fatela finita una volta per tutte
con le diatribe tra set di caratteri.
╖ Se la stampante supporta la CP850, mettetela in quella modalitα e
prendete il file
<ftp://prep.ai.mit.edu/pub/gnu/recode-3.4.tar.gz>. Si pu≥ usare
come recode latin1:cp850 file dove file Φ il file da convertire,
che viene sovrascritto. Per automatizzare la procedura si pu≥
anche installare come filtro per la stampa.
╖ Se la stampante supporta solo CP437, o non volete/potete
modificarla, non preoccupatevi, tanto comunque riuscite a stampare
le cose ``normali'', come tutte le lettere accentate che trovate
sulla tastiera e la lettera ``╔'' (questo perchΘ, come giα detto
CP850 e CP437 coincidono in corrispondenza di quei caratteri).
4.3.1. Un esempio di filtro
Per avere automaticamente la conversione, si pu≥ utilizzare questo
filtro:
______________________________________________________________________
#!/bin/sh
if /usr/local/bin/recode latin1:cp850
then
exit 0
else
exit -1
fi
______________________________________________________________________
potete salvare questo filtro come /usr/local/bin/iso2850 e poi dargli
i permessi di esecuzione (chmod ugo+x /usr/local/bin/iso2850). ora non
vi resta che aggiungere nel file di configurazione delle stampanti
/etc/printcap:
______________________________________________________________________
# esempio di filtro, sostituire ``lp2'' con il device corretto
# i file log e acct vanno creati
#
cp850|dos:\
:lp=/dev/lp2:\
:sd=/var/spool/lp2:\
:lf=/var/spool/lp2/log:\
:af=/var/spool/lp2/acct:\
:if=/var/local/bin/iso2850:\
:sh:
______________________________________________________________________
Ora, se la stampante Φ impostata per usare la codepage 850, basta un
bel lpr -Pcp850 nomefile per stampare un file latin1 con tutte le
accentate al loro posto.
4.4. libpaper
Libpaper Φ una piccola libreria e un programmino che dovrebbe
``standardizzare'' la gestione dei formati di carta sotto linux. In
pratica fornisce delle funzioni da linkare al proprio programma che
permettono di usare delle informazioni sul formato di carta
centralizzate (prese da /etc/papersize o dalla variabile d'ambiente
PAPERSIZE.
In debian Φ installata di default e gs la usa. Potrebbe essere una
cosa utile, e va incentivata.
Maggiori informazioni le potete trovare alla manpage di paperconf(1),
ovviamente se avete libpaper installata nel vostro sistema.
5. ispell
Finalmente esiste un vocabolario italiano per ispell(1),
<ftp://ftp.cnr.it/pub/Linux-local/apps/ispell/italiano-0.02.tgz>.
Anche se la tavola degli affissi non e ancora perfetta, Φ giα pi∙ che
funzionante e pu≥ essere tranquillamente usato.
Contrariamente a quanto dice il README allegato al pacchetto, non
sempre serve ricompilare ispell per poter usare il vocabolario.
Potete provare a:
1. copiare la affix table (italiano.aff) e il vocabolario (la lista di
parole, italiano.sml) in /usr/lib/ispell.
2. compilare il vocabolario, ovvero eseguire buildhash italiano.sml
italiano.aff italiano.hash; Questo vi creerα il file italiano.hash,
ovvero il vocabolario vero e proprio.
3. definire la variabile d'ambiente DICTIONARY con export
DICTIONARY=italiano.hash in /etc/profile o ~/.profile.
Se funziona, bene. Altrimenti, se non gestisce le lettere accentate Φ
segno che ispell non Φ stato compilato con il supporto per gli 8 bit.
Poco male, o recuperate una versione aggiornata per la vostra
distribuzione, oppure ve lo ricompilate a mano prendendolo da
<ftp://ftp.cs.ucla.edu/pub/ispell-3.1> e seguendo, questa volta si, le
istruzioni del README allegato al vocabolario italiano.
Nella distribuzione Debian Φ giα presente il pacchetto iitalian che
installa e configura correttamente il vocabolario, pronto all'uso.
Se vuoi collaborare a migliorare il vocabolario o la tavola degli
affissi (per sapere cos'Φ man 5 ispell), esiste una mailing list (che
scherzosamente chiamo IspellIT!), che coordina gli sforzi. La mailing
list Φ raggiungibile all'indirizzo ispellit@arci01.bo.cnr.it; per
iscriversi, mandare il classico messaggio a listserv@arci01.bo.cnr.it
con nel corpo la riga:
______________________________________________________________________
subscribe ispellit
______________________________________________________________________
Puoi collaborare in due modi:
1. Aiutando a completare la tavola degli affissi. Questo Φ il compito
pi∙ difficile e impegnativo, ma anche quello pi∙ importante.
2. Collaborando a reperire un vocabolario il pi∙ vario e corretto
possibile, oppure, se possiedi un correttore commerciale,
impegnandoti a controllare e ripulire le varie liste di parole che
abbiamo reperito.
La stesura della tavola degli affissi Φ portata avanti anche in
collaborazione con Eulogos - Ingegneria della lingua italiana
<http://www.eulogos.it/>, che si Φ resa disponibile a collaborare
secondo lo spirito GNU.
Responsabile del progetto Φ Sandro Dentella (sandro@crcc.it), potete
contattare lui per ulteriori informazioni. Inoltre un giretto per la
Ispell Home Page <http://ficus-www.cs.ucla.edu/ficus-
members/geoff/ispell.html> non Φ una cattiva idea.
5.1. Ispell e Emacs
Per forzare il riconoscimento del nuovo vocabolario in emacs, occorre
aggiungere questo nel proprio ~/.emacs
______________________________________________________________________
(setq ispell-dictionary-alist
(append ispell-dictionary-alist
`(,(list
"italiano"
"[A-Za-z]"
"[^A-Za-z]"
"[---']" t nil "~list"))))
______________________________________________________________________
dopodichΦ, M-x ispell-change-dictionary Invio Spazio ti mostra un
completion buffer che contiene la magica parola, ``italiano'' (da
Giacomo Boffi).
6. TeX
Per sistemare il TeX le strade erano due. O modificare completamente
la configurazione, ma questo avrebbe poi compromesso la corretta
formattazione dei testi in inglese, che sono ancora la maggior parte,
oppure affidarsi a dei pacchetti appositi che predispongono il TeX per
l'internazionalizzazione, ovvero Babel.
Questo Φ l'approccio seguito da LyX, ovvero un front-end grafico sotto
X in fase di sviluppo, che consiglio di utilizzare ai digiuni di TeX.
Siccome l'approccio era valido e molto intelligente, ho deciso di
farlo mio.
6.1. Un po' di teoria...
Il TeX Φ in pratica un linguaggio di programmazione. Scritto un file
in un determinato formato, si pu≥ compilare e quello che si ottiene Φ
un file ``oggetto'', ovvero un file intermedio, in un formato detto
DVI, ovvero DeVice Indipendent format, da cui si ottiene un file in
linguaggio per le stampanti, di solito un file PostScript.
TeX Φ un ottimo programma per l'impaginazione di libri. La sua nascita
nel grande mondo del free software lo ha velocemente indirizzato verso
le pubblicazioni tecniche, scientifiche ma anche quelle multilingue.
Inoltre permette una potente gestione degli indici e dei riferimenti,
nonchΦ estensioni per la gestione dei riferimenti bibliografici.
Un file sorgente di TeX Φ un file testo (come tutti i linguaggi di
programmazione) con delle istruzioni aggiuntive (che iniziano per
``\'') che spiegano al programma come organizzare l'output.
Come tutti i buoni compilatori, piano piano Φ stato dotato di
librerie, chiamate pakage che ne estendono le funzionalitα. Le pi∙
note sono il LaTeX, che definisce un insieme di stili tipografici per
fare libri, articoli e lettere, con tutti gli elementi importanti di
questi stili (titoli per libri e articoli, indirizzi per le lettere)
giα predefiniti e pronti all'uso. Esistono poi parecchie estensioni
al LaTeX, le principali sono l'AMSLaTeX, che permette di ampliare di
molto la giα completa gestione di equazioni matematiche del TeX (per
la cronaca, quasi tutti i libri di matematica in commercio sono fatti
in TeX) e Babel, che definisce la gestione di diverse lingue, anche
contemporaneamente sullo stesso documento.
Come per Linux stesso, di TeX ce n'Φ uno solo, ma visto che ha bisogno
comunque di librerie di font, programmi accessori, ... di
distribuzioni ce ne sono tante. Si prende in considerazione qui la
distribuzione di TeX di Debian, RedHat e SlackWare ovvero TeTeX.
Dopo due anni dalla sua introduzione, mi sembra il minimo che venga
preso in considerazione solo il nuovo e pi· potente formato LaTeX2e.
6.1.1. Il formato del file
Un file TeX Φ composto da un preambolo che definisce lo ``stile'' con
cui Φ impaginato il testo e da un corpo, che comprende sia il testo
che le formattazioni. Il corpo Φ quello che va dal comando
\begin{document} al comando \end{document}, quello che c'Φ sopra Φ il
preambolo, mentre quello che c'Φ dopo viene ignorato.
Nel preambolo vengono definite:
Classe
(o Stile, in LaTeX2.09) Definisce lo stile del documento, ovvero
se deve essere un libro (book), lettera (letter), articolo
(article), ...
Opzioni
definisce sia le opzioni interne, ovvero quelle delle varie
classi (dimensione dei caratteri in punti, dimensione della
carta, ...), sia i pacchetti (packages) o stili aggiuntivi
esterni, come il Babel stesso e il supporto per le accentate.
Altro
altre cose fanno parte del preambolo, come definizioni
aggiuntive e strutture particolari, ma che ai fini del nostro
studio sono inessenziali.
La definizione Φ quindi del tipo:
______________________________________________________________________
% Questo Φ il preambolo
% Questa Φ la definizione della classe e le sue opzioni
\documentclass[opz1, opz2, ...]{classe}
% Questo Φ il caricamento dei pacchetti e le loro opzioni
\usepackage[opz1, opz2, ...]{pacchetto1}
\usepackage[opz1, opz2, ...]{pacchetto2}
.
.
.
% Qui inizia il testo
\begin{document}
[...]
\end{document}
______________________________________________________________________
Si vede come nel LaTeX2e ci sia separazione logica tra le opzioni
dello stile, o classe, e dei pacchetti aggiuntivi, cosa preferibile
visto il proliferare di nuovi pacchetti e estensioni.
6.2. L'installazione TeX di Linux
Tutta l'installazione del TeX di Linux si trova in /usr/lib/texmf e
subdirectory.
6.2.1. Configurazione di TeTeX
Per la configurazione di TeTeX Φ sufficiente eseguire il programma di
utilitα texconfig(1) che provvede, via dei semplici men·, alla
riconfigurazione di tutto.
Le configurazioni da (eventualmente) modificare sono:
HYPEN
permette di modificare le tabelle di sillabazione attive;
selezionata questa opzione si entra automaticamente in un editor
(di solito vi(1)) ed occorre ``scommentare'' (eliminare il
carattere di commento ``%'') di fronte alla riga italian
ithyph.tex; Dopo aver salvato il file ed essere usciti (con
[Esc] [:] [w] [q] [Invio]) vengono automaticamente rigenerati i
file di formato, e il TeX Φ bello che configurato
MODE
permette di scegliere la configurazione per la propria
stampante; ATTENZIONE che questo non configura la stampa vera e
propria, ma solo il modo di default con il quale vengono
generati i font da dvips; quindi scegliete come valore la
risoluzione maggiore che riuscite ad ottenere dalla vostra
stampante o da tutte le stampanti che usate con il vostro
computer
XDVI
permette di scegliere la dimensione di carta di default e fare
delle prove di stampa e di resa; Φ sufficiente scegliere
l'opzione ``a4''
DVIPS
permette di definire anche qui il formato della pagina, gli
offset sulla pagina stessa (zone di non stampabilitα), il modo e
la stampante di default; permette di fare la stesa operazione
per un certo numero di stampanti addizionali
Alla fine di questa semplice operazione avrete la vostra installazione
di TeX perfettamente funzionante.
6.2.2. Configurazione delle altre distribuzioni di TeX
Per le altre distribuzioni di TeX occorre al contrario del TeTeX,
editare e ricompilare a mano i files di formato (pi· o meno ;). Non Φ
una operazione semplice, troverete maggiori informazioni presso la
documentazione allegata alla vostra distribuzione di TeX.
C'Φ solo una nota da fare.
La tabella di sillabazione italiana presente nelle distribuzioni
diverse da TeTeX pu≥ essere vecchia o sbagliata. Cercate nelle
sottodirectory di /usr/lib/texmf il file hyphen.italian o ithyph.tex.
Se Φ giα presente, controllate (Φ un file di testo, usate pure
less(1)!!!) che NON sia la tabella di sillabazione di G. Patergnani.
Questa soffre di quella che io scherzosamente chiamo ``sindrome di Zio
Paperone'', ovvero tende a mandare a capo malamente i suoi nipoti (qu-
i, qu-o, qu-a).
Altrimenti, se la tabella non esiste o Φ quella del Patergnani,
prendete il file aggiornati dai siti CTAN, uno per tutti
ftp://ftp.dante.de.
6.3. Produzione di elaborati TeX ben localizzati
Ora, dopo tutte queste disquisizioni, abbiamo capito che abbiamo
bisogno di tre cose:
A4 Ovvero per stampare decentemente sulla nostra stampante.
ISOLatin1
Ovvero il supporto per le lettere accentate direttamente
all'interno del file LaTeX, per evitare di ricorrere a pesanti
sequenze di comandi.
Babel
Per il supporto della sillabazione italiana e di altre cose
simpatiche senza stravolgere completamente la configurazione del
TeX.
6.3.1. Stampa di testi in inglese
Piacerebbe avere l'opzione della dimensione del foglio A4 definita
direttamente a livello di TeX, visto che Φ il nostro standard. Questa
operazione, anche se possibile, Φ sconsigliata. In TeX la
formattazione di certi documenti dipende fortemente da margini e
dimensione della carta. Cambiare uno di questi parametri senza
rivedere il layout del documento potrebbe portare a delle emerite
schifezze (figure sovrapposte, ...). Quindi, se vogliamo stampare dei
testi in inglese, dobbiamo reperire i sorgenti in TeX, editare il
file, aggiungendo nel preambolo l'opzione:
______________________________________________________________________
\documentclass[opz1,opz2,...,a4paper]{classe}
______________________________________________________________________
e magari controllare con un previewer come ghostview, prima di
stampare, che l'output sia accettabile.
6.3.2. Composizione di testi in italiano
Se invece stiamo costruendo un nuovo testo, e vogliamo che tutto
funzioni alla perfezione, Φ sufficiente che il preambolo sia del tipo:
______________________________________________________________________
\documentclass[opt1,opt2,...,a4paper]{classe}
\usepackage[italian]{babel}
\usepackage[latin1]{inputenc}
______________________________________________________________________
Inoltre per un maggiore ordine nella sillabazione, e molti altri buoni
motivi (tra cui le guiellmots ½╗) Φ bene adoperare anche un
______________________________________________________________________
\usepackage[T1]{fontenc}
______________________________________________________________________
che permette di utilizzare i nuovi font ``ec'' in luogo dei vecchi
``cm'' di Knuth (da Lorenzo Maria Catucci).
6.4. Per maggiori informazioni...
Se avete intenzione di stampare semplicemente dei file TeX, queste
conoscenze sono sufficienti.
Ulteriori informazioni possono essere reperite nella (nutrita!)
documentazione che viene allegata alla distribuzione TeTeX, e che
potete trovare nella directory /usr/lib/texmf/doc.
Se invece avete intenzione di proseguire nella conoscenza del TeX,
sono consigliabili, in particolare, i libri:
╖ Donald Knuth, The TeXbook, Addison-Wesley, 1992
╖ Leslie Lamport, LaTeX User's Guide and Reference Manual, Addison-
Wesley, 1994
╖ Helmut Kopka, Patrick Daly, LaTeX Guide, Addison-Wesley, 1994
╖ AMS-LaTeX Version 1.1 User Guide, American Mathematical Society,
1991
╖ Norman Walsh, Making TeX Work, O'Reilly & Associates
╖ Tobias Oetiker, The not so short Introduction to LaTeX2e (or
LaTeX2e in 69 minutes)
ovvero il file /usr/lib/texmf/doc/latex/general/lshort2e.dvi, da
cui si impara pi· che dal Lamport, risparmiando giorni di studio
(da Lorenzo Maria Catucci).
E in particolare in italiano...
╖ Gianni Gilardi, Il TeX, Introduzione al linguaggio e complementi
avanzati, Zanichelli/Decibel
╖ Claudio Beccari, LaTeX, Guida ad un sistema di editoria
elettronica, Hoepli Milano
Come noterete sono disponibili solamente in libreria. Anche perchΘ,
almeno i primi due, sono dei veri tomi...
7. TimeZone
Allora, la TimeZone, ovvero il fuso orario corretto per l'Italia Φ
GMT-1 d'inverno e GMT-2 d'estate, ovvero GMT-1 per l'ora solare e
GMT-2 per l'ora legale. Oppure MET o CET (Middle o Central Europe
Time) o anche CEST, che in aggiunta fanno anche il passaggio
automatico ora legale/ora solare.
Ogni distribuzione ha il suo programino per definire la timezone in
maniera automatica. In Debian solitamente viene chiesto in fase di
installazione, e non si pu≥ sbagliare (l'unica opzione utilizzabile Φ
Europe/Rome, evidentemente, e per fortuna, in Debian sono impermeabili
alle ultime mode secessioniste ;).
Di solito negli ambienti Unix si preferisce impostare l'ora del CMOS a
GMT e quindi avvisare clock(1) di questo con l'opzione ``-u ''; questo
per≥ di solito entra in conflitto con la gestione dell'ora di Windows,
che invece insiste a modificare brutalmente l'ora CMOS.
Vedete voi cosa Φ meglio fare, Debian in fase di installazione chiede
quale delle due modalitα usare di default e configura di conseguenza.
Come sempre man clock per saperne di pi·.
Faccio notare che l'anno scorso sono cambiate le regole per la
determinazione del passaggio ora legale/ora solare. Le nuove regole
dovrebbero essere presenti nelle nuove distribuzioni, o comunque
reperibili in rete.
8. Libri e pubblicazioni
Questa vuole essere una piccola bibliografia per chi inizia a
conoscere Linux.
Per l'utente medio sono pi∙ che sufficienti i testi liberamente
reperibili in rete, come i libri del LDP e gli HOWTO. Per un utente
pi∙ attento pu≥ essere utile un approfondimento, anche perchΘ buona
parte degli argomenti su Linux riguardano UNIX in generale, come
l'amministrazione di sistema, la gestione di una rete e via dicendo.
Ho rimosso la bibliografia in inglese, questo perchΦ la sentivo poco
consona al ``target'' di questo HOWTO; e poi oramai non Φ cosφ
difficile trovare un buon testo su UNIX/Linux in Italiano. Se siete
alla caccia di una buona bibliografia su UNIX potete dare una
occhiatina alla FAQ dell'area di discussione di FidoNet UNIX.ITA nel
sito <http://www.fidoitalia.net> o gi· di li.
Difficile fare invece un ``censimento'' di tutto il materiale
reperibile in rete. Ho cercato, soprattutto, di mettere le fonti di
informazioni pi∙ importanti, o quelle pi∙ vicine a noi.
Questo elenco non aspira a essere completo, tutt'altro. Come sempre
sono felicissimo di ricevere suggerimenti, correzioni e aggiunte.
8.1. Libri
In teoria qui potrebbero entrarci tutti queli libri che parlano di
UNIX e che sono in italiano. Escludendo le traduzioni fatte con i
piedi, qualcuno ha qualche testo da consigliare?
8.1.1. Linux
╖ D. A. Tauber, Guida a Linux, McGraw-Hill Italia, ISBN:
88-386-3406-8.
Contiene un CD-ROM.
╖ Giuseppe Zanetti, LINUX - il sistema operativo free software per
personal computer 386/486, edizioni Libreria Progetto, Padova,
1994.
Poco pi∙ di 300 pagine, simpatica copertina a colori col logo di
Linux creato da Rohde-Hass. Se volete contattare l'autore, scrivete
a beppe@freddy.iperv.it.
Ne Φ uscita da poco una nuova versione che ho solo visto di
sfuggita, ma che Φ visibilmente pi· grossa della precedente;
infatti Φ stato aggiunto un corposo capitolo sul TCP/IP.
╖ Luca Righi, LINUX, Jackson, 1996.
Contiene un CD-ROM.
╖ Naba Barkakati, I segreti di Linux, Apogeo, 1996, 800 pp., ISBN:
88-7303-191-9.
Contiene un CD-ROM con Linux Slackware 3.0 e altre utility.
╖ Richard Petersen, Guida completa a Linux, McGraw Hill, 1996, 721
pp.
╚ una guida completa completa! In allegato CD-ROM con distribuzione
RedHat e Caldera Network Desktop. ;-) (da Daniele Sanna)
╖ Baffa, Calculli, Internet: manuale avanzato,
Un buon libro che, a dispetto del titolo, parla quasi solo di
Linux, e include un CD-ROM con la distribuzione Slakware. (da
Gianni Comoretto)
╖ Olaf Kirch, Linux guida per l'amministratore di rete, Jackson
╔ la traduzione del libro O. Kirch, Linux Network Administrator's
Guide, O'Reilly & Associates, Inc elencata precedentemente.
Eccezionale. (da Ermenegildo Colpo)
╖ M.Welsh, L.Kaufman, Il Manuale di Linux, Jackson Libri
Traduzione del ``Running Linux'' di Welsh-Kaufman (da S. Crespi
Reghizzi)
8.2. Riviste
╖ PLUTO Journal, Pluto User Group.
Il PLUTO Journal Φ una rivista interamente in italiano e
completamente gratuita. La rivista tratta argomenti inerenti Linux
ed Φ completamente fatta da volontari di tutta Italia.
╚ consultabile on-line all'indirizzo URL:
<http://www.pluto.linux.it/journal> e tutti i mirror PLUTO. ╚
reperibile anche in versione .tar.gz per una comoda lettura off-
line all'url <ftp://ftp.pluto.linux.it/pub/pluto/journal> oppure
(con una settimana di ritardo ;) in f'req al nodo FidoNet
2:333/1016 (con estensione .tgz invece che .tar.gz per
compatibilitα con i sistemi DOS.
╖ Linux Gazzette, edizione italiana, LUGBari.
╚ disponibile presso http://www.media.it/LUGBari/lgtp/index.html il
primo numero dell'edizione italiana del Linux Gazette, contenente
tutte le traduzioni del corrispondente primo numero dell'edizione
originale americana. Leggetelo e fateci sapere le vostre
impressioni, i vostri commenti (e critiche... non esagerate per≥!);
si tratta del primo numero e quindi Φ da considerarsi del tutto
sperimentale.
8.3. Libri/Pubblicazioni OnLine
All'inizio c'era il nulla. Poi pian piano, i volenterosi, hanno
cominciato a pubblicare delle FAQ (ovvero a raccogliere le domande
fatte pi∙ spesso in modo che non siano pi∙ poste...). Da questo
stadio poi Φ partito un vero e proprio ``progetto editoriale'' su
Linux.
8.3.1. Linux Documentation Project
LDP, ovvero Linux Documentation Project Φ il nome dell'insieme di
testi che rappresentano i ``manuali'' di Linux. Sono tutti testi
reperibili gratuitamente in rete, in numerosi formati (come per questo
testo che state leggendo...).
Principalmente si trovano quattro tipi di documento:
╖ Le guide sono dei veri e propri libri, che hanno quindi il pregio
dell'organicitα di trattazione degli argomenti e, almeno per NAG e
IG che ho letto e usato, la chiarezza.
Sono, in ordine, Linux Installation and Getting Started, meglio
nota come IG, Kernel Hackers' Guide o KHG, Linux Network
Administrator's Guide o NAG, The Linux Users' Guide o UG, Linux
System Administrator's Guideo SAG, e infine Linux Programmers Guide
o LPG.
╖ Le ManPages, ovvero l'insieme delle pagine che si richiamano con il
comando man(1).
╖ Gli HOWTO sono dei documenti che descrivono con grande chiarezza un
particolare aspetto di Linux, come la stampa o la connessione a
Internet via PPP. Sono dei testi brevi e chiari, ma che richiedono
alcune conoscenze generali prima di essere affrontati.
╖ I mini-HOWTO sono dei brevissimi HOWTO. Si differenziano dai
precedenti perchΘ non sono per forza tutti organizzati alla stessa
maniera, e perchΘ trattano problemi precisi e precisamente
risolvibili, come un particolare hardware che richiede di essere
``massaggiato'' adeguatamente prima di funzionare o cose simili.
Tutto il materiale LDP Φ liberamente reperibile in rete. Il sito
madre, come per molto altro materiale Linux, Φ sunsite
<http://sunsite.unc.edu/>. Pi∙ precisamente il materiale Φ disponibile
in versione HTML online all'indirizzo <http://sunsite.unc.edu/LDP/>,
e negli altri formati all'url <ftp://sunsite.unc.edu/pub/Linux/doc/>.
Molti siti, anche italiani, fanno il mirror di sunsite; trovate la
lista in fondo a questo HOWTO.
8.3.2. Italian Linux Documentation Project
Con molta fantasia si chiama ILDP, ovvero Italian Linux Documentation
Project il progetto, lanciato dal gruppo Pluto, di tradurre i testi
della LDP. Per adesso si Φ fatto il seguente:
╖ Sono stati tradotti quasi tutti gli HOWTO e ormai si Φ nella fase
di ``mantenimento'' del materiale tradotto.
Il progetto ILDP comunque cerca volontari per tradurre e mantenere
aggiornati gli HOWTO e per iniziare la traduzione dei ``libri''
della LDP (IG, NAG, ..., si, va bene, Φ un buon proposito...). Se
vuoi collaborare, contatta il coordinatore Michele Dalla Silvestra
(dalla@pluto.linux.it).
╖ ╚ da poco partito il progetto di traduzione delle ManPages,
progetto che richiede una grande collaborazione da parte di tutti e
che comunque ha cominciato a dare i suoi frutti.
Tutto il materiale tradotto Φ reperibile online all'indirizzo
<http://www.pluto.linux.it/ildp/> e negli altri formati all'indirizzo
<ftp://ftp.pluto.linux.it/pub/ildp/>.
8.4. Distribuzioni in Italiano
Ebbene si, si pu≥ cominciare a parlare di distribuzioni in italiano,
anche se per ora Φ solo un abbozzo.
In particolare:
Infomagic
pubblica in Italia un cofanetto con dei CD che ha la copertina
in Italiano, e mi sembra il (breve) manualetto di installazone
all'interno pure. Non so che cosa ci sia in italiano oltre a
queste cose, e chiedo conferme.
Debian
si avvia ad essere la prima distribuzione nazionalizzata; dalla
versione 1.3.1 sono in italiano il floppy e il manuale di
installazione, parte delle manpage, gli HOWTO (quelli tradotti),
un buon numero di PlutoJournal e il vocabolario per ispell,
oltre, come giα detto, il perfetto supporto per la
localizzazione.
Caldera
tra poco dovrebbe uscire una versione di Caldera Open Linux Base
con installazione e manuale in italiano, e tra un po' dovrebbe
essere prodotto un corso interattivo (tutorial) in italiano.
Maggiori informazioni le potete trovare al sito della Future
Technologies <http://www.futuretg.com>.
8.5. Fortune in Italiano
Esiste una collezione di ``fortune'' in italiano; le fortune sono
frasi che vengono stampate automaticamente nella fase di login dal
programma fortune(1).
Maggiori informazioni si possono avere al sito
http://www.eurolink.it/~mirko/fortune.it/ o scrivendo agli autori
Mirko Caserta (ik0zsn@amsat.org) e Andrea `Zuse' Balestrero
(zuse@dist.unige.it).
9. Linux in Italia
Questo spazio vuole essere un tentativo di censimento della realtα
Linux in Italia, di modo che ognuno possa attingere ``al socket del
suo vicino''...
9.1. Associazioni, gruppi di utenti
Il mondo Linux in Italia sta subendo una crescita impressionante, cosa
che stupisce anche noi che... in queste cose ci crediamo!
Questo ovviamente ha posto tutta una serie di problemi a quelli che
sono i due Linux User Group italiani pi· importanti, ovvero ILS e
PLUTO. Avendo ILS una forma statutaria definita e ``legale'' (Φ una
associazione di fatto) non ha subito contraccolpi, ma il PLUTO, che
resta la realtα pi· viva e dinamica, ha subito diversi scossoni. Ora
come ora nel PLUTO ci si sta orientando verso un abbandono delle
sezioni dal punto di vista formale (che diventerebbero, quindi, LUG
autonomi) e quindi diventare un gruppo di lavoro puramente
``virtuale''. Questo senza togliere l'importanza che hanno i LUG
locali, e infatti si stanno definendo, anche in collaborazione con
ILS, una serie di strutture a livello nazionale per venire in aiuto ai
LUG locali, e soprattutto per formarne di nuovi.
In questo spirito vengono riportati in maniera completa ILS e PLUTO,
mentre brevemente solo i riferimenti agli altri LUG.
9.1.1. PLUTO
Il Pluto, definito recursivamente come ``Pluto Linux/Lumen Utentibus
Terrarum Orbis'', Φ nato nel 1992 per iniziativa di alcuni studenti e
professori di Informatica dell'Universitα di Padova.
Da allora il Pluto Φ cresciuto in maniera esponenziale estendendosi su
tutto il territorio nazionale ed oltre, e costituisce il pi· grande ed
attivo LUG (Linux User Group) di lingua Italiana.
Lo scopo del Pluto Φ di diffondere l'uso del Sistema Operativo Linux
attraverso l'opera volontaria e non retribuita dei suoi membri/soci.
Per conseguire il suo scopo, il Pluto:
╖ Sostiene e diffonde lo sviluppo del Software Free e della sua
filosofia.
╖ Produce, traduce e diffonde la documentazione di Linux in lingua
Italiana.
╖ Promuove corsi, dimostrazioni e manifestazioni per favorire la
conoscenza di Linux.
Ogni utente di Linux, senza restrizioni alcune, che si impegni a
partecipare attivamente allo scopo del Pluto, diviene per questo
membro del Pluto.
Il Pluto Φ una organizzazione ``virtuale'' che vive in uno o pi· siti
connessi ad Internet. La comunicazione tra i membri avviene
primariamente attraverso i mezzi elettronici messi a disposizione
dalla sede, il newsgroup Usenet it.comp.linux.pluto, le mailing list
pluto-*, canali IRC, pagine del World Wide Web, ecc.
Maggiori informazioni possono essere reperite alle pagine ufficiali
del PLUTO all'indirizzo http://www.pluto.linux.it/.
9.1.2. ILS
ILS Φ un'associazione culturale senza fini di lucro, che ha fra i suoi
scopi primari la diffusione della cultura informatica in tutte le sue
forme, con una particolare attenzione per il mondo del free software
in generale e del software che viene rilasciato sotto la GNU General
Public License. ILS e composta da tutti coloro che volontariamente e
senza percepire alcun profitto mettono a disposizione il proprio
tempo, le proprie capacita e le proprie risorse al fine di realizzare
una comunitα virtuale basata sulla cultura informatica/telematica. ILS
offre ai Soci i servizi di Internet e-mail e Usenet News, che sono
compresi nella quota associativa annua di Lire 50.000. Per maggiori
informazioni chiamare la BBS della ILS al numero 019-862349, oppure
mandare una mail a info@linux.it.
Si pu≥ anche fare riferimento per maggiori informazioni a
<http://www.linux.it/>.
9.1.3. Altri LUG locali
Come ho giα accennato, molti di questi LUG sono ex sezioni PLUTO, e ne
mantengono, e molto probabilmente ne manterrano per sempre, il nome.
Se ci fossero altri LUG sarei contento di essere avvisato, e verranno
prontamente aggiunti nella prossima versione.
Cagliari
GULCh - Gruppo Utenti Linux Cagliari <http://gulch.unica.it>
coordinatori: Marco Marongiu (coordinatore@gulch.unica.it),
Davide Rizzo (agemo@gulch.unica.it)
Milano
PLUMILO LUG <http://dau.ing.univaq.it/~ziobudda/LINUX/PLUTO>
coordinatore: Davide Michel Morelli
(ziobudda@ziobudda@chiara.dei.unipd.it), Gianluca Montecchi
(gm518464@silab.dsi.unimi.it)
Padova
PLUTO Padova <http://www.pluto.linux.it/sezioni/padova>
coordinatore: Michele Minorello (gelido@dei.unipd.it)
Perugia
PLUTO Perugia <http://stud.unipg.it/lug>
coordinatori: Ciro Cattuto (ciro@stud.unipg.it), Eugenia
Franzoni (eugenia@stud.unipg.it)
Rimini
PLUTO Rimini <http://revolution.rebel.net/~pluto>
coordinatore: Francesco Conti (fconti@rebel.net)
Roma
PLUTO Roma Universitα Cattolica
<http://uniserv.ccr.rm.cnr.it/pluto>
coordinatore: Tommasangelo Petitti (ibiig@rm.unicatt.it)
Roma
PLUTO Roma Universitα La Sapienza
<http://linux.ing.uniroma1.it/Linux/LUG>
coordinatore: Marco Bravi (marco@impchim2.ing.uniroma1.it)
Salerno
PLUTO Salerno <http://edu-gw.dia.unisa.it/pluto>
coordinatori: Aniello Del Sorbo (anidel@edu-gw.dia.unisa.it),
Ermelindo Mauriello (ermmau@edu-gw.dia.unisa.it)
Sicilia
SPUTNIK <http://alice.pluto.linux.it/sputnik>
coordinatori: Mario MurΦ (mure@sistemia.it, 2:335/533), Luigi
Trovato (lonestar@mbox.vol.it), Salvo Rossitto
(zeta@sistemia.it)
Torino
PLUTO Torino <http://chpc06.ch.unito.it/pluto>
coordinatore: Paolo Sereno (paolo.sereno@torino.alpcom.it)
Trento
PLUTO Trento <http://smog.science.unitn.it/~pluto>
coordinatori: Alberto Battarelli
(alberto@smog.science.unitn.it), Giuliano Natali
(natali@trew.it)
Venezia-Mestre
PLUTO Venezia <http://www.dsi.unive.it/~pluto>
coordinatori: Federico Bellati (caos@mail.conecta.it), Marco
Novello (mnovello@arf.dsi.unive.it), Paolo DidonΘ
(plt_man@arf.dsi.unive.it)
Contatta i rispettivi coordinatori per maggiori informazioni.
9.2. Aree di discussione pubbliche
9.2.1. Newsgroups
I newsgroup sono delle grandi bacheche elettroniche (virtuali?!) in
cui Φ possibile scrivere a tutti presenti contemporaneamente; un
ottimo strumento per discutere e progettare a pi· voci.
comp.os.linux*
Ovvero I newsgroup su Linux. Ultimamente sono diventati
supertrafficati, e la qualitα non Φ esaltante (per la maggior
parte si cercano rimedi per qualche pezzo di hardware che non
funziona). Da seguire assolutamente comp.os.linux.announce, che
``lancia'' tutti i nuovi software per linux.
it.comp.linux
Newsgroup italiano ufficiale su Linux. Valgono i discorsi fatti
per la precedente gerarchia, con l'aggiunta della disponibilitα
tutta italiana (e in italiano) ad aiutare chi si affaccia per la
prima volta nel grande mondo Linux.
it.comp.linux.pluto
Gli argomenti trattati dovrebbero essere attinenti a tutto ci≥
che riguarda il gruppo PLUTO.
it.comp.linux.setup
Discussioni sulla configurazione e installazione di un sistema
Linux.
it.comp.linux.annunci
Annunci importanti per la comunitα Linux italiana.
9.2.2. Mailing List
Le mailing list sono dei luoghi virtuali in cui Φ possibile
confrontarsi e discutere, un po' come i newsgroup. Quello che
veramente li distingue da questi Φ il fatto che Φ possibile avere un
controllo pi· stringente sull'accesso, e quindi evitare il rumpre di
fondo.
pluto-ildp@pluto.linux.it
maliling list ufficiale del progetto ``ILDP''
pluto-amiga@pluto.linux.it
Linux e m68k, ovvero Linux su Mac, Atari, Amiga...
pluto-devel@pluto.linux.it
i Pluto Developers, ovvero lista in cui si discute sul free
software e si sviluppa free software
pluto-i386@pluto.linux.it
Linux su macchine PC, per ora discussioni su cosa far fare al
proprio PC con linux...
pluto-journal@pluto.linux.it
lista di coordinamento/redazione virtuale del ``Pluto Journal''
pluto-sparc@pluto.linux.it
Linux su sparc, anche se manca la sparc ;)
pluto-fido@pluto.linux.it
Linux e il mondo della FidoTech, ovvero come mettere su una BBS
sotto Linux e conquistare il mondo (della FTN)
pluto-ong@pluto.linux.it
Linux on the world, ovvero linux come strumento di networking a
basso costo
pluto-scical@pluto.linux.it
Linux e calcolo scientifico
scuola@linux.it
Linux e il mondo della scuola
debian-it@linux.it
lista ufficiale degli utenti debian in italia
debian-italian@debian.org
idem alla precedente, in teoria, in pratica non usata
it@li.org
lista per la ``italianizzazione'' di Linux, ritorna ``indietro''
per maggiori informazioni
ispellit@arci01.bo.cnr.it
lista per la produzione di un vocabolario in italiano per
ispell, ritorna a ``ispell'' per maggiori informazioni
Per iscriversi a queste liste Φ sufficiente mandare un messaggio
all'utente ``majordomo'' dell'indirizzo a cui appartengono le liste;
nel messaggio Φ sufficiente inserire una riga con un semplice
``HELP'', e lo stesso majordomo provederα a rispondervi con le
istruzioni corrette per iscrivervi.
9.2.3. ECHOMail
Si chiamano echomail o pi· semplicemente ECHO le ``conferenze''
telematiche nelle reti a tecnologia FidoNet; in pratica sono
equivalenti ai newsgroup.
9.2.3.1. FidoNet
FidoNet Φ la mamma di tutte le reti in tecnologia (appunto) FidoNet,
ed Φ la pi· grossa rete amatoriale oggi esistente.
Per maggiori infromazioni vi rimando a <http://www.fidoitalia.net>
oppure alle aree locali di ogni buona BBS.
UNIX.ITA
L'area UNIX.ITA tratta di tutto quello che riguarda i sistemi
operativi *IX, sia come filosofia generale che come applicazione
a sistemi particolari, compresi - ma non limitati a - AIX, A/UX,
Coherent, ESIX, Interactive, Linux, Minix, NetBSD, SCO-UNIX,
SunOS, Ultrix, Xenix. ╚ tollerato anche parlare dei vari
pacchetti software che storicamente sono associati all'idea di
``ambiente aperto'', e che sono disponibili in sorgente, come ad
esempio i programmi GNU. In via sperimentale, Φ permesso parlare
di programmazione di rete Unix (leggasi socket, RPC e simili).
L'area UNIX.ITA non tratta di TeX (esiste l'area TEX.ITA al
proposito) e soprattutto non tratta di ``Internet at large'' e
affini. Per queste tematiche esiste l'area COMMS_RETI.ITA. Si
invitano gli abituali frequentatori di UNIX.ITA a non rispondere
in quest'area ai messaggi di questo genere: molto meglio una
risposta in matrix comprendente anche l'invito a linkare l'altra
area in questione. La parte di Internet che riguarda l'area
comprende essenzialmente i server http (non i lettori) e i
protocolli http, ftp e simili (non HTML).
Moderatore: Pierluigi De Rosa, Fidonet: 2:335/720.1,
pderosa@mbox.vol.it
TEX.ITA
I temi della conferenza sono il linguaggio per la creazione di
documenti TeX (con l'estensione LaTeX) ed il linguaggio per la
creazione di font METAFONT, che a TeX Φ direttamente correlato.
Moderatore: Davide G. M. Salvetti, FidoNet: 2:332/617.33
COMMS_RETI.ITA
Qui si tratta di reti geografiche e metropolitane, dei loro
contenuti, strumenti protocolli e modalitα di accesso.
L'argomento pu≥ portare facilmente, data la natura della
principali di queste reti, internet, a parlare di sistemi UNIX.
Si ricorda che per questo argomento esiste un'area nazionale
apposita. Anche per la discussione sulle reti locali esiste
un'altra area dedicata. Si invitano gli utenti a scrivere qui
solo di reti geografiche e metropolitane e a spostare in matrix
ogni comunicazione non attinente il soggetto della conferenza
(ringraziamenti, saluti, insulti e divagazioni). Qualora un
nuovo utente ponga una domanda a cui si Φ giα pi∙ volte risposto
in area o/e di cui si ritiene nota ai frequentatori la risposta,
si prega di soddisfarne la richiesta in matrix e di inviare,
sempre per questa via, copia della risposta al moderatore che
provvederα a inserirla nelle FAQ dell'area (Φ un buon
proposito).
Moderatore: Federico Baraldi, Fidonet: 2:332/414.6,
Federico.Baraldi@p6.f414.n332.z2.fidonet.org
PLUTO.ITA
I Plutini in FidoNet
Questa lista vuole essere punto di incontro dei soci PLUTO in
FidoNet, ed Φ considerata alla stregua del newsgroup
it.comp.linux.pluto o della mailing lists pluto-
soci@pluto.linux.it.
LINUX
International LINUX Conference
Area internazionale ufficiale su Linux. Niente di speciale, a
parte il fatto che si leggono i messaggi provenienti da Sud
America e Giappone qualche settimana dopo che sono stati
spediti...
SPUTNIK.500
Area del LUG Siciliano
Area locale all'HUB 500 (Sicilia) su Linux creata appositamente
come area di supporto per il gruppo SPUTNIK. Loro non scherzano,
hanno il RC dalla loro parte... O;-)))
9.2.3.2. PNet
Rete ``alternativa'' a FidoNet, pi· piccola (Φ solo nazionale) ma non
meno tecnicamente preparata.
P_UNIX
Linux, Unix e affini: discussioni sul sistema operativo Linux
(software, hardware, compatibilitα, sorgenti, etc) e confronto
con altri sistemi operativi Unix-like
P_PLUTO
equivalente a quella che Φ PLUTO.ITA per il mondo FidoNet e
it.comp.linux.pluto per internet
P_PLFTN
gate con la mailing lists pluto-fido
9.2.3.3. EuroNet
COMEON_LINUX.ITA
Area di supporto ComeOn Linux! per i suoi attivisti e per quanti
vogliano collaborare.
9.2.3.4. PeaceLink
Rete amatoriale ecopacifista, membro APC.
Per maggiori informazioni si pu≥ vedere <http://www.peacelink.it/>.
PCK.PUB.PEACELINK_ARC
non Φ proprio un'area dedicata a Linux, ma Φ l'area di supporto
tecnico tra gli utenti di PeaceLink e molta gente usa Linux.
9.2.4. Meeting
I2U Convention
Ogni anno l'I2U, associazione di produttori e utenti di Unix e
sistemi aperti, organizza una convention, che rappresenta la pi∙
grande manifestazione nazionale di applicazioni e soluzioni per
sistemi aperti. Da qualche anno la convention I2U si interessa
attivamente di Linux. Due anni fa ha invitato Linus in persona,
l'anno scorso Alan Cox e Jos Vos. Quest'anno non si Φ fatta, ma
non Φ morta! ;) Per ulteriori informazioni, puoi contattare
Giuseppe Zanetti (beppe@freddy.iperv.it.
Pluto Meeting
Pi∙ o meno 2 volte l'anno i Plutiani si ritrovano a parlare dei
loro progetti e delle loro ambizioni. Almeno una di queste 2
riunioni Φ aperta a tutti, viene organizzata con tanto di
conferenze e dimostrazioni e viene pubblicamente annunciata nei
soliti canali.
9.3. Siti Linux
9.3.1. Siti internet
╖ <ftp://tsx-11.mit.edu/pub/linux>
Casa madre di buona parte del software Linux, amichevolmente
chiamato semplicemente ``tsx''.
╖ <ftp://sunsite.unc.edu/pub/Linux>
Idem come sopra, in pi∙ sunsite rappresenta il sito dove guardare
per primo se si va a caccia di informazioni e documentazione, anche
questo chiamato ``sunsite'' e basta (basta la parola ;).
╖ <ftp://ftp.funet.fi/pub/linux>
Uno dei pi∙ grandi siti ftp al mondo, mirror di tante cose tra cui
sunsite, tsx e casa madre dei kernel di Linux.
╖ <ftp://ftp.pluto.linux.it/>
Casa madre di tutto quello prodotto dal gruppo Pluto, in
particolare aggiornamenti della documentazione tradotta in italiano
e Pluto Journal.
╖ <ftp://ftp.linux.it/>, <ftp://svpop.com.dist.unige.it/>
Casa madre di ILS, correntemente mirror completo di Debian e di
molte altre cose relative a Linux, soprattutto relative all'uso di
Linux in ambiente FTN (Ifmail-HOWTO e compagnia).
╖ <ftp://cnuce_arch.cnr.it/pub/Linux>
Mirror ufficiale italiano di sunsite.
╖ <ftp://maya.dei.unipd.it/pub/unix-linux/sunsite>
Mirror di sunsite.
╖ <ftp://ftp.unipd.it/pub/Linux/sunsite>
Mirror di sunsite.
╖ <ftp://gateway.unipv.it/pub/linux>
Tutta la redhat (intel, sparc, alpha, e beta release).
╖ <ftp://goblin.dsi.unimi.it/pub/Linux>
Slackware.
╖ <ftp://ftp.italnet.it/pub/Linux>
Mirror di sunsite; tsx-11 parziale.
9.3.2. BBS
╖ OneWay BBS, +39 2 4491062, v.32bis,v.42bis, Milano, Fidonet
2:331/333, Virnet
╖ DOC!, +39 41 5905472, ZyXEL19.2k,V.32b,V.42b, Mogliano Veneto (TV),
Fidonet 2:333/704
╖ Sierra BBS, +39 6 39721568, ZyXEL19.2k,V.32b,V.42b, Roma, Fidonet
2:335/336
╖ Aloha BBS, +39 923 546164/7, V.32bis, V.42bis, Trapani, Fidonet
2:335/519, MultiMediaNet
╖ Pappaconda on-line, +39 51 6233671, Zyxel 19.200, Bologna, Fidonet
2:332/424
╖ ILS BBS, +39 19 862349, V32bis,V42bis, Savona, Internet (E-Mail,
News)
Praticamente la versione BBS di svpop.
╖ XCalBr8 BBS, +39 535 780191 Fidonet 2:332/521 Sysop Andrea Baldoni.
File per sysadm, sorgenti di dosemu60, doom, driver per Gravis.
patch del kernel, sorgente completo del kernel.
╖ Eko BBS, +39 6 5215306, V.32bis, V.42bis, Roma, Fidonet 2:335/374
Files: Slackware (Agosto95), Howto, LDP...
╖ cmb2000 BBS, +39 332 820009, v.32bis, v.42bis, Varese
Fidonet 2:331/134
Files: Linux Slackware 3.0, IfMail-HowTo, MIT Sources, VuBbs.
╖ Universal Mind BBS, +39 434 33869, V.34+, Pordenone, Fidonet
2:333/1016, ExNet 93:392/1, Itax 70:122/1, Pnet 91:13/1, PeaceLink
61:3917/1, Sysop Alessandro Zamarian.
Mirror (?!) di tutto quello prodotto per il PLUTO (soprattutto
Pluto Journal), vario altro. Magic f'req ``PLUTO'' per la lista
files.